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Contro lavoro nero e infortuni cambiano i controlli dell’Ispettorato del Lavoro.

Ispezioni basate su intelligence, controlli mirati nelle aziende, incrocio banche dati, struttura decentralizzata: l’INL contro sommerso e infortuni.
L’INL (Ispettorato Nazionale del Lavoro) sarà la roccaforte contro l’escalation degli incidenti sul lavoro ed il sommerso, statisticamente legato a doppio nodo alla recrudescenza degli infortuni. Tra nuove task force e campagne ispettive mirate a livello regionale ()ad esempio con il progetto di vigilanza A.L.T. Caporalato!), è partita la lotta al caporalato e alle violazioni in materia di sicurezza sul lavoro. E per rendere le ispezioni più efficaci e selettive, sono in arrivo presso l’INL 2.000 nuovi ispettori, di cui almeno 800 entro fine 2021. Non solo: si punta sull’ “interoperabilità delle banche dati con gli altri enti di vigilanza (INPS e INAIL) e con le ASL, nonché su una struttura ispettiva tanto centralizzata quanto territoriale.
Nel primo semestre dell’anno, si sono verificati ben 538 infortuni mortali (dati INAIL), ed il settore dove incorrono più incidenti è quello dell’edilizia, dove si registrano anche le maggiori irregolarità contrattuali. Irregolarità e lavoro nero si segnalano però soprattutto nelle zone a più alta attività produttiva, nel Centro e nel Nord, soprattutto tra le PMI. Dunque, non solo Agricoltura e Costruzioni ma anche Logistica e Delivery, nel Manifatturiero, Alberghiero e Ristorazione.
Il lavoro nero in Italia genera un business di 77,8 miliardi di euro di valore aggiunto, secondo le elaborazioni dell’Ufficio studi della CGIA. La situazione più critica si registra in Calabria: a fronte di 135.900 lavoratori irregolari, il tasso di irregolarità è del 22% per un’incidenza economica del 9,8%. Male anche Puglia (7,1%), Sicilia (7,8%) e Campania (8,5%). Di contro, anche se la Lombardia presenta oltre 504mila occupati in nero (10,4%), è la regione con il tasso più basso di valore aggiunto prodotto dal lavoro irregolare sul totale regionale (3,6%). Seguono Veneto, provincia di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Piemonte ed Emilia Romagna (PIL tra il 3,7 ed il 4% del fatturato).